Sunday 16 January 2011

Un sermone per "la regione"

di Rinaldo Francesca

Infaticabile e sempre in costante movimento come un'adorabile trottola, Hillary Clinton séguita a farci sognare, dimostrando al mondo come il ruolo di Segretario di Stato USA sia stato inventato specificatamente per lei – o per una pensatrice del suo calibro, in ogni caso. Questo appare evidente quando ci si rende conto che tale ruolo consiste primariamente nel sobbarcarsi estenuanti viaggi di paese in paese, ricordando a noi, recalcitranti sudditi, di svolgere i nostri còmpiti a casa e obbedire con entusiasmo senza menare tanto il can per l'aia, onde evitare che i suoi (nostri) padroni perdano la pazienza e decidano di darci una dimostrazione di ciò di cui è capace il loro arsenale (o i loro reparti black ops, per quanto riguarda le nazioni più fortunate).
Sembra solo ieri quando, a ottobre dell'anno scorso, Madam C scorrazzava nei Balcani - una regione dalla quale, stando a quanto dichiarato dalla signora nella sua campagna elettorale del 2008, aveva già a suo tempo ricevuto il suo celebre battesimo del fuoco durante la guerra in Bosnia, sbarcando impavida da un aereo “sotto il tiro dei cecchini”: una storia che ci aveva tenuti rispettosamente con il fiato sospeso... fino alla rivelazione che si era trattato di una giocosa frottola. [1]
Ad ogni modo questa volta, non più indossando la veste di First Lady, bensì quella più intimidatoria di Secrétaire d'État, il suo messaggio ai bosniaci lo scorso autunno è stato piuttosto qualcosa sull'amorevole tono di: abbracciate nuove riforme, entrate nell'UE, entrate nella NATO, e preferibilmente datevi anche una mossa, ché non abbiamo tutto il giorno – o qualcosa del genere. [2]
Novembre invece, come qualcuno ricorderà, è trascorso relativamente senza imprevisti, se si eccettua la trascurabile rivelazione secondo la quale Hillary R Clinton avrebbe pensato bene di tenere sotto sorveglianza i diplomatici dell'ONU, seguendo la direttiva nota come NHCD (National HumInt Collection Directive) e includendo nel dossieraggio dati come informazioni biometriche, numeri di cellulare, transazioni di carte di credito, emails, spostamenti, nomi di famigliari, etc etc (nulla insomma che esulasse dall'ordinaria amministrazione: siete pregati di togliervi dalla faccia quell'espressione scandalizzata). [3]
A dicembre poi, Madam C ci ha regalato una spassosa gag in quel del Bahrein, dove la sua intenzione di dare una tirata d'orecchi al ministro degli esteri iraniano Manouchehr Mottaki è stata frustrata per ben due volte dalla risoluta intenzione di quest'ultimo a non farsi trovare, dando vita a una sorta di nascondino attraverso i corridoi dell'hotel Ritz Carlton a Manama: [4] Àp0ti a questo punto non può fare a meno di immaginarsi una di quelle gustose scene di comici inseguimenti per le stanze di un hotel, come solo il grande Peter Sellers era in grado di regalare al grande schermo in quelle commedie di fine anni '60, con l'obbligatoria immagine dell'inseguito che fa capolino da dietro un angolo o, che so io, mentre si cela nell'immancabile carrello della biancheria.
L'ultima uscita di Hillary Rodham Clinton (d'ora in avanti HRC) risale a quattro giorni fa a Doha, in Qatar, quando madam ha elargito a un estatico pubblico una serie di mòniti e bonarie sgridate, ma anche molte ténere congratulazioni per il progresso sinora svolto nella “regione” (così viene costantemente definita nel discorso di HRC un'area geografica che – immaginiamo – si estenderebbe dal Nilo al Golfo di Aden: “la regione”; perché perdere tempo in dettagli?).
Le congratulazioni, si sa, sono d'altronde necessarie; come insegnava il grande predecessore di HRC, John Foster Dulles, è così che vanno trattati questi selvaggi nativi: ogni tanto “bisogna dar loro delle pacche sulla testa, così che pensino che gli vuoi bene”. [5]
“Avrà forse parlato della schiavitù, fenomeno ancora rampante negli stati della penisola araba?” [6] domanderà qualche lettore. No.
“Allora forse un accennino ai diritti umani in paesi dove, per esempio, l'omosessualità è considerata un crimine da punire con la morte [7] e dove un uomo ha il diritto – garantito dalla legge – di brutalizzare sua moglie?”. [8] Macché.
D'accordo, avvertiamo la Vs impazienza: senza por tempo in mezzo, lasciateci allora dare un'occhiata al succo del discorso [9] e cerchiamo di capire quali siano le priorità secondo la signora HRC.
“[...] qui in Qatar, dove naturalmente si terranno i Mondiali di Calcio nel 2022, si vedono moltissimi esempi di impegno verso l'innovazione”: aah, vedete: le cose più urgenti prima di tutto!
Sappiamo tutti che 'la regione' si trova ad affrontare delle grandi e importanti sfide […] e abbiamo molto lavoro da fare.
I giovani [nella 'regione'] avranno difficoltà a trovare un impiego. In molte aree non ci sono abbastanza posti di lavoro: nella 'regione', un giovane su cinque è disoccupato; in altre aree la percentuale è anche maggiore. Mentre alcuni paesi hanno fatto enormi progressi in governabilità, in molti altri la gente è stufa di istituzioni corrotte e di un ordine politico stagnante. [La gente] esige riforme che rendano il suo governo più efficiente, più reattivo e più aperto”.
Ma certo, Hillary; tutte critiche pertinenti, quando si pensa – nel caso qualcuno rischiasse di dimenticarlo – che provengono dalla rappresentante di un'amministrazione che nel 2010 ha consentito alle compagnie private statunitensi di creare più posti di lavoro sparpagliati per il mondo di quanti non ne siano stati creati in tutti gli Stati Uniti [10], raggiungendo vittoriosamente la cifra record di 48 milioni di americani sulla soglia della povertà, [11] e che fu preceduta da un'altra amministrazione il cui ex vice-presidente (un Dick Cheney che non ha bisogno di presentazioni) sta tenendo svegli i suoi avvocati per rimanere fuori dalla galera, visti certi suoi precedenti di corruzione quando era amministratore delegato della Halliburton. [12] Ma continua, prego.
E tutto questo sta avvenendo sullo sfondo di una crescente scarsità di risorse”.
Aah, ma di questo non mi preoccuperei più di tanto, Hillary: in fondo stai parlando a un'audience che sa bene quanto i paesi della “regione” abbiano saputo mettere le mani avanti, accaparrandosi milioni di ettari di terra coltivabile nel continente africano, con la complicità di governanti locali che preferiscono la bustarella al proiettile, e in uno spirito da far impallidire le più folli scorribande coloniali dei secoli scorsi. [13]
Comunque, per carità, non direi che questo traballante discorso sia da buttare, Hillary: l'importante adesso è non cadere in un qualche banale cliché sul deserto, sulla sabbia, o che so io.
Ogni paese, naturalmente, ha le proprie sfide ben definite, e i propri successi. Ma in troppi posti, e in troppi modi, le fondamenta della 'regione' stanno affondando nella sabbia”.
Oh-oh. Come non detto.
Sicché ai miei amici, i leader di questi paesi, io dico: Potete aiutare a costruire un futuro in cui i vostri giovani possano credere, per il quale vogliano rimanere e che siano disposti a difendere”.
Difendere... difendere... parola chiave, hey? Chissà dove si vuole mai andare a parare...
Se i leader non offrono una visione positiva e non danno ai giovani il modo di contribuire significativamente, altri riempiranno questo vuoto: elementi estremisti e gruppi terroristici”.
Aaah, ecco! Mi sembrava! In altre parole, giovani della “regione”: se proprio ci tenete a spargere un po' di sangue, almeno cercate di farlo sotto il comando delle forze armate dei vostri paesi, difendendo il futuro e contribuendo significativamente. Arruolatevi oggi!
Perché lasciarsi sfuggire l'opportunità di usare le armi più avanzate del momento? Quelle che da decenni le varie amministrazioni stanno immettendo nella “regione”, a botte di miliardi di dollari in armamenti ogni volta? A partire da Bill Clinton nel 2000 (sei miliardi e mezzo di dollari in F-16 agli Emirati Arabi Uniti) [14], passando per George W Bush nel 2007 (un contratto decennale per venti miliardi di dollari in armamenti avanzati, tra cui bombe telecomandate via satellite ad Arabia Saudita, Bahrain, Kuwait, Oman e Qatar) [15], per terminare con Barack Obama a gennaio dell'anno scorso (più di duemila missili anticarro TOW-2 per un valore di 177 milioni di dollari, venduti all'Arabia Saudita, 1800 missili Javelin venduti alla Giordania, per un valore di 338 milioni di dollari, e 1600 bombe “intelligenti”, 800 bombe “one-ton” - da una tonnellata - e 400 bombe “bunker-buster” vendute agli Emirati Arabi Uniti, per il valore di 290 milioni di dollari). [16]
Perché – diciamocelo francamente – per “stabilizzare la regione”, nulla è più efficace di una sana, magica pioggia di armi di distruzione di massa da sparpagliare un po' qua e là ai migliori offerenti.
Si affacciano inevitabilmente tra i nostri pensieri le sagge parole del compianto Bill Hicks il quale, immaginando di rivolgersi all' allora presidente George H W Bush, diceva: “Questo vende 164 aerei da caccia alla Corea del Sud, vende 240 carri armati al Kuwait, e poi ci fa il discorso di come sia importante che lui rimanga a capo della nazione perché 'il mondo è ancora molto pericoloso'... certo che lo è: grazie a te, fucker!” [17]

Pace,

Rinaldo Francesca

[1] Toby Harnden: Hillary Clinton's Bosnia sniper story exposed, The Telegraph, 25 marzo 2008, reperibile qui:
http://www.telegraph.co.uk/news/worldnews/1582795/Hillary-Clintons-Bosnia-sniper-story-exposed.html
[2] Associated Press in Sarajevo: Hillary Clinton urges Bosnia to make EU membership a priority, The Guardian, 12 ottobre 2010, disponibile su:
http://www.guardian.co.uk/world/2010/oct/12/hillary-clinton-bosnia-european-union
[3] Come si è già narrato in queste pagine:
http://ap0ti.blogspot.com/2010/11/wikileaks-oops-imbarazzante-terza-parte.html
[4] Josh Rogin: Cat and mouse: Iranian foreign minister shakes hands with senior U.S. official... but dodges Hillary Clinton, Foreign Policy, 4 dicembre 2010, pubblicato qui:
http://thecable.foreignpolicy.com/posts/2010/12/04/iranian_foreign_minister_shakes_hands_with_senior_us_official_but_dodges_hillary_cl
[5] David F. Schmitz, Thank God They're On Our Side: The United States and Right-Wing Dictatorships, 1921-1965 (Chapel Hill, NC, 1999), 182.
Citato qui (nota 7):
http://www.politicalreviewnet.com/polrev/reviews/DIPH/R_0145_2096_331_1007829.asp
[6] Kibiwott Koross e Anthony Kitimo: Saudi throws Kenyan maid out of top floor window, The Daily Nation, 16 gennaio 2010, reperibile qui:
http://www.nation.co.ke/News/-/1056/840238/-/vp9oc4/-/index.html
[7] Saudi Arabia: Protest against the death penalty for homosexual conduct, Women Living Under Muslim Laws, 11 gennaio 2002, pubblicato su:
http://www.wluml.org/node/678
[8] Vedere:
http://www.thereligionofpeace.com/Quran/003-wife-beating.htm
[9] Il testo è disponibile su:
http://www.state.gov/secretary/rm/2011/01/154595.htm
[10] Pallavi Gogoi: Where are the jobs? For many companies, overseas, USA Today, 28 dicembre 2010, reperibile qui:
http://www.usatoday.com/money/economy/2010-12-28-jobs-overseas_N.htm
[11] Hope Yen: Census: Number of poor may be millions higher, The Boston Globe, 5 gennaio 2011, pubblicato qui:
http://www.boston.com/news/nation/articles/2011/01
/05/census_number_of_poor_may_be_millions_higher/
[12] Sam Olukoya: Nigeria: Halliburton plans plea bargain in Cheney corruption case, The Global Post, 7 dicembre 2010, disponibile su:
http://www.globalpost.com/dispatch/nigeria/101204/nigeria-corruption-dick-cheney-halliburton
[13] John Vidal: Billionaires and Mega-Corporations Behind Immense Land Grab in Africa, 11 marzo 2010, apparso su:
http://www.informationclearinghouse.info/article24965.htm
[14] Charles Smith: Arab weapon sale raises security questions, World Net Daily, 16 marzo 2000, reperibile qui:
http://www.wnd.com/?pageId=7134
[15] Dan Glaister: US accused of fuelling arms race with $20bn Arab weapons sale, The Guardian, 30 luglio 2007, pubblicato su:
http://www.guardian.co.uk/world/2007/jul/30/usa.saudiarabia
[16] Barak Ravid: Israel wary of U.S.-Arab arms deals, Haaretz, 4 gennaio 2010, disponibile qui:
http://www.haaretz.com/print-edition/news/israel-wary-of-u-s-arab-arms-deals-1.265576
[17] Bill Hicks: Love All The People, Letters, Lyrics, Routines, Constable & Robinson Ltd, 2004, London, pag. 138

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