Thursday 3 March 2011

George: una fonte d'ispirazione per tutti noi

di Rinaldo Francesca

La cosa è ufficiale, cari amici: da due settimane a questa parte, il mondo è diventato un posto migliore.
Ve ne prego, lasciamo per un attimo da parte questi secondari traguardi della CIA che stanno oggidì colorando il Maghreb – ci saranno presto altre occasioni per celebrarne il successo: per oggi è ai traguardi storici - quelli a cui dobbiamo la nostra odierna libertà, sissignore – che rivolgiamo doverosamente lo sguardo. Poiché non sia mai detto che sfugga ad Àp0ti l'occasione di annotare nei suoi chronicles dei nostri tempi il solenne momento in cui entrambe le fazioni del Partito Remubblicratico degli USA hanno, anche nel 2011, gettato la maschera – pardon – accantonato le loro differenze, celebrando all'unisono la gioia di essere tutti su un unico, grande libro paga, e dando al popolo americano quello che a prima vista potrebbe sembrare un sonoro schiaffo in pieno volto (trattasi in realtà di uno sputo catarroso, seguito da una gioiosa risata, ci informa una velina appena giunta).
Ebbene sì, per coloro che pensassero che qui si sta vaneggiando: la splendida notizia – che ad alcuni tra Voi sarà già arrivata – è che l'attuale presidente Barack O. Bush (nella foto) ha, in data 15 febbraio 2011, consegnato al papà/predecessore George Herbert Walker Bush la prestigiosa Medaglia alla Libertà [1], in una commuovente cerimonia dove altri 14 meritevoli (tra i quali Angela Merkel e Warren Buffett) hanno ricevuto un simile onore. Sappiamo che siete sulle spine e fremete dalla voglia di sapere quali parole abbiano in qualche modo giustificato questo indecifrabile gesto. Orbene, eccovi accontentati:
Quando consegniamo [questa medaglia] all'ex-presidente George H W Bush, ciò vi dice che celebriamo una straordinaria vita di servizio e di sacrificio”. [2]
Sì, sì, lo so che cosa state pensando: troppo bello per essere vero, no? E infatti un po' è così.
Non mancheranno, naturalmente, i soliti barbuti sinistroidi mai contenti che, per il solo desiderio di guastare una festa a cui non sono stati invitati, avranno qualche obiezione alla consegna di tale medaglia a un uomo che nel 1990, tramite l'ambasciatrice April Glaspie, attirò Saddam Hussain nella trappola del Kuwait, [3] approfittando poi dell'invasione per aggredire l'Iraq e ridurlo ai minimi termini – nonostante la suddetta invasione del Kuwait da parte di Mr. Hussein non fosse poi così meno legittima rispetto a quella che lo stesso George H W Bush aveva condotto poco di più di un anno prima a Panama (Operazione Giusta Causa), causando migliaia di morti.
Beh, a questi rompiballe Àp0ti può solo dire: “Ma perché non potete semplicemente essere felici per la gioia di quest'uomo 'di servizio e di sacrificio', e lasciarlo un po' in pace a godersi i meritati allori di una fulgida carriera sotto l'egida della Società del Teschio e delle Tibie Incrociate (di cui si parlerà a breve)?”.
No, che volete che Vi dica, certa gente non è mai contenta, nevvero?
Per quanto ci riguarda, ci dispiace solo che l'ex-vicepresidente Dick Cheney, uomo di fiducia di George H W Bush – nonché, com'è noto, cugino di Barack [4] – non sia stato disponibile per un commosso commento a caldo.
E, già che ci siamo, magari sarebbe stato bello anche sentire i commenti delle famiglie delle 73 vittime dell'attentato al volo Cubana CU-455 nell'ottobre 1976, celebre strage che, come ormai è noto, fu perpetrata da terroristi addestrati e finanziati dalla CIA, e che avvenne – guarda caso – durante l'anno in cui il direttore della Agency era proprio George H W Bush, l'uomo “di servizio e sacrificio” (delle vite degli altri, presumibilmente).
Detto tra parentesi, fu veramente provvidenziale all'epoca che il direttore della CIA durante certe operazioni come l'attentato al volo Cubana CU-455 fosse anche al tempo stesso il proprietario delle piattaforme petrolifere della Zapata Offshore situate – guarda caso – proprio al largo di quelle deliziose isolette a nord di Cuba, e da sempre utilizzate come base per varie operazioni CIA. [5]
Che strano mondo di coincidenze, no?
Sia come sia, la morale di questo glorioso evento può solo essere una: potremo sempre continuare a sognare e sperare in un mondo come questo, dove le sorprese non finiscono mai, dove anche un underdog come Barack può conquistarsi l'ambito Premio Nobel, che fu a suo tempo dato a quel grande crimin... – pardon – uomo di pace Henry Kissinger, e dove il suddetto Barack può sdebitarsi con i suoi padroni appuntando loro questa magnifica medaglia sul petto.
Congratulazioni George: il “mondo libero” condivide la tua gioia. Alla faccia di chi ti vuole male!

Rinaldo Francesca

[1] Kori Schulman: President Obama Honors Presidential Medal of Freedom Recipients, 15 febbraio 2011, dal sito della Casa Bianca:
http://www.whitehouse.gov/blog/2011/02/15/watch-live-president-obama-honors-presidential-medal-freedom-recipients
[2] La trascrizione del discorso è disponibile qui:
http://www.cnnstudentnews.cnn.com/TRANSCRIPTS/1102/15/se.02.html
[3] Una minuta del discorso che April Glaspie fece a Saddam Hussein si trova qui:
http://www.chss.montclair.edu/english/furr/glaspie.html
[4] Cheney labelled 'black sheep' of Obama family, The Guardian, 17 ottobre 2007, http://www.guardian.co.uk/world/2007/oct/17/usa.barackobama
[5] Vedere Webster Griffin Tarpley and Anton Chaitkin: George Bush: The Unauthorized Biography. In particolare: Chapter 3 – Race Hygiene: Three Bush Family Alliances, reperibile qui:
http://tarpley.net/online-books/george-bush-the-unauthorized-biography/chapter-3-race-hygiene-three-bush-family-alliances/

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