Sunday 11 September 2011

Roberto Quaglia: Tutto quello che avreste sempre voluto sapere sull’11 settembre 2001, ma che non avete mai osato chiedervi

Quale occasione migliore per rispolverare questo saggio, scritto da Roberto Quaglia otto anni orsono? Qui sotto ne ritrovate un estratto, che speriamo invogli quei quattro gatti che ancora non l'hanno letto a leggere l'intero saggio, reperibile qui. Raccomandiamo inoltre l'acquisto del libro Il Mito dell'11 Settembre, dove il tema viene trattato in 500 pagine mozzafiato.

La popolazione mondiale raddoppia ogni trent'anni circa. E' un aumento esponenziale che inevitabilmente condurrà prima o poi (più prima che poi) ad una catastrofe globale con centinaia di milioni — o miliardi — di morti, a meno che non si riesca ad arrestare subito l'aumento della popolazione nei paesi del terzo mondo. E' un problema assai noto soprattutto nella comunità degli appassionati di fantascienza, poiché molti scrittori SF lo hanno ampiamente trattato da mezzo secolo a questa parte. Il problema è che l'unico sistema realistico per arrestare l'aumento della popolazione in un paese povero è quello di elevare sensibilmente il livello di benessere delle persone così che i figli vengano a rappresentare, come da noi, un costo anziché una risorsa. Questa, che sarebbe l'unica soluzione realistica, è tuttavia irrealizzabile per tre motivi fondamentali: 1. Mancanza di risorse a livello globale 2. Mancanza di paesi residui da depredare (il nostro benessere attuale è fondato sullo sfruttamento delle risorse e del basso costo del lavoro dei paesi poveri — se tutti al mondo diventano benestanti, chi si sfrutta per generare tanto benessere?) 3. Se anche fosse possibile, contro ogni legge fisica, elevare il livello di vita di tutti i paesi poveri ai nostri standard (o anche solo a metà o un terzo dei nostri standard), la società umana soccomberebbe immediatamente sotto il peso di inquinamento, scomparsa di tutte le foreste, effetto serra ed altre eclatanti catastrofi. E comunque, se per ipotesi anche resistesse qualche anno, poi finirebbe di colpo il petrolio e allora finalmente tanti saluti a tutti. Un recente articolo titolato Earth Will Expire by 2050(36) riporta uno studio del WWF secondo il quale nel 2050 comunque non ci sarà più pesce negli oceani, non ci saranno più boschi e foreste, l'acqua potabile sarà poca e imbevibile ovunque e ci vorranno altri due pianeta Terra per fornire le risorse necessarie alla società umana per sopravvivere nel modo attuale. Figuriamoci se ci si mettesse anche il Terzo Mondo a consumare come noi! La bomba è innescata e la miccia si sta rapidamente consumando. Tra poco scoppia.
In pratica, nel mondo reale, non c'è soluzione ai noti problemi e la strada verso la catastrofe naturale è in discesa e senza bivi.
Bene. Cioè, pazienza. Insomma, cosa possiamo farci io o te? Spassarcela finché dura.
Cambiamo però punto di vista. Tu non sei più chi sei. Tu sei un altissimo funzionario del Pentagono o della CIA. Tu sai queste cose e come te le sanno i tuoi colleghi. I migliori analisti e scienziati te le hanno ripetute alla nausea — è mezzo secolo che lo vanno ripetendo a te e ai tuoi predecessori, anche se (forse) non ti suggeriscono le soluzioni. Perché soluzioni accettabili non ce ne sono. Sai che già nel 1974 Kissinger aveva raccomandato alla direzione della CIA di perseguire la riduzione della natalità nei paesi del terzo mondo,(37) cosa che non è stata fatta. Sai che la bomba demografica è innescata e prima o poi scoppierà devastando — come è inevitabile — la floridità ed eventualmente anche la sopravvivenza del tuo paese, forse addirittura della stessa civiltà umana. Sai che il petrolio non è illimitato, che si sta rapidamente consumando, che con l'aumento demografico e l'industrializzazione di nuove nazioni (esempio Cina) esso si consumerà sempre più rapidamente e che quando inizierà ad essercene troppo poco per i bisogni di tutti una guerra globale per il controllo delle ultime riserve sarà inevitabile, dato che nessuno vorrà spontaneamente rinunciare al proprio benessere. Sai che solo pochi decenni ci separano da questo scenario da fine del mondo — non migliaia o milioni di anni, solo poche decine. Sai che la catastrofe naturale, quando avverrà, completamente incontrollata, non potrà che uccidere miliardi di persone in tutto il mondo. Ti sei chiesto per anni se piuttosto non fosse preferibile una catastrofe progettata e controllata. Sai di non avere scrupoli facili. Per la devozione verso l'idea che hai del tuo paese (non disgiunta da una corretta porzione di interesse personale) hai già accettato l'idea di uccidere più di tremila tuoi compatrioti a Manhattan e al Pentagono allo scopo di ottenere carta bianca dal tuo popolo per il perseguimento nel mondo degli interessi americani. Un sacrificio doloroso, ma necessario. E dire che per ridurre al massimo le perdite di vite umane hai pianificato l'attentato di primo mattino, quando il grosso dei 50.000 individui che quotidianamente affollano le Torri Gemelle non è ancora sul lavoro; un terrorista come si deve avrebbe agito a metà giornata, ma tu non sei un terrorista. Sei un patriota che si rende conto che un grande potere implica una grande responsabilità (lo dice anche l'Uomo Ragno), e che la vita dei singoli è irrilevante paragonata al benessere e alla sicurezza del gruppo e delle generazioni future. Hai accettato di invadere paesi lontani uccidendo decine di migliaia dei suoi abitanti. Come ad un becchino o ad un chirurgo, la morte altrui non ti fa più effetto. Il problema dell'esplosione demografica ti ossessiona, soprattutto in relazione alle disponibilità di petrolio, perché sei un individuo razionale e sei allenato a vedere le conseguenze a lungo termine degli eventi, delle decisioni e delle strategie. Sai anche cose che la gente normale non sa. Conosci i risultati delle ricerche sulla guerra biologica effettuate da altri reparti della tua organizzazione. Sai che già nel 1970 le tue Forze Armate hanno creato virus influenzali mutanti incrociandoli con virus che generano la leucemia acuta, così da ottenere una forma di cancro ad azione letale rapida in grado di propagarsi come l'influenza ad ogni starnuto. Ma questo lo sanno in molti. Tu sai molto di più. Tu conosci anche i risultati dei trent'anni di ricerche successive. Sai di avere in mano lo strumento per rinviare di almeno 100 anni il problema della sovrappopolazione. Decidere per la morte di individui lontani non ti fa effetto. Sei un soldato, è il tuo mestiere. Lo hai già fatto. Lo fai quotidianamente. Un milione o un miliardo, che differenza c'è? Sono solo numeri. Sarebbero morti comunque, dopo essersi riprodotti ed aver aggravato il problema. Le malattie sono una morte pulita, il mandante rimane invisibile.
A parte gli scherzi, ci si può sempre consolare con i seguenti argomenti:
1. Può darsi che la comparsa di una nuova malattia esattamente assieme la comparsa delle truppe americane in Iraq sia effettivamente solo una coincidenza; dopotutto ogni tanto le cose improbabili accadono davvero, c'è davvero qualcuno che vince alle lotterie (anche se non sei mai tu)
2. Se non è una coincidenza, può sempre darsi che si tratti solo dell'operazione tattica di paracadute mediatico menzionata sopra, e che non sia una prova generale per The Big One.
3. Se è una prova generale in vista dell'Operazione Sfoltimento Umanità, puoi sempre sperare che le armi biologiche utilizzate siano almeno abbastanza intelligenti (proprio come le bombe) da essere progettate per risparmiare te. E' infatti noto che ci sono ricerche per la creazione di gene specific bioweapons, in pratica virus in grado di colpire solo determinati gruppi etnici. In questo caso, tu non corri rischi. A meno che, per colmo di sfiga, il tuo DNA risulti non essere in linea con le nuove normative segrete in tema di DNA consentito, nel qual caso pazienza. E qualcosa mi dice che se non sei biondiccio, occhi azzurri, con la pelle chiara ed alcune lentiggini in faccia, qualche motivo per preoccuparti lo hai.
4. Puoi sperare che si tratti di una banale operazione di guerra bioeconomica. (sulla guerra bioeconomica parlo più avanti)
5. Chi scrive ciò che stai leggendo ha scritto anche parecchi libri di fantascienza. Questo può essere un argomento tranquillizzante. Oppure inquietante. A te la scelta.
Visto che il quadro della realtà che stiamo dipingendo assomiglia sempre di più ad uno scenario fantascientifico, tanto vale lasciarsi andare di seguito anche ad un paio di speculazioni prettamente fantascientifiche, più che altro per tirarci su il morale.
L'Operazione Sfoltimento Umanità vera e propria probabilmente non inizierà sino a quando la ricerca sui gene specific bioweapons non avrà raggiunto livelli di alto perfezionamento. Si potrà allora parlare di epidemie chirurgiche, ovvero epidemie mirate a distruggere discretamente solo specifiche razze o portatori di specifiche caratteristiche somatiche. Di fatto si parlerà di epidemie chirurgiche solo tra gli addetti al lavoro di sterminio, dato che al grande pubblico, per ragioni di correttezza politica (qualcuno potrebbe giudicare le epidemie chirurgiche come una procedura leggermente nazista), verrà presentata una realtà differente; la Realtà di un mondo da sempre difficile e crudele, nel quale però in epoca moderna la scienza eroicamente si erge a difesa delle nostre vite in una drammatica lotta contro il tempo tesa a scoprire nuove cure in grado di fronteggiare i nuovi mali della natura. Vaccini e medicine verranno di volta in volta realizzati giusto in tempo per permettere ai ceti più abbienti di investire in salute un po' dei loro denari. Al nobile scopo di finanziare la ricerca farmaceutica verranno create anche malattie croniche finalizzate a costituire un serbatoio di clienti-pazienti destinati a pagare a caro prezzo per il resto della loro vita le prodigiose medicine in grado di tenerli in vita (esattamente come già oggi avviene con l'AIDS — toh! un'altra coincidenza, ma come siamo fortunati oggi!). L'industria farmaceutica ha come propria missione quella di cronicizzare le malattie dei pazienti anziché curarle (per l'industria farmaceutica sarebbe un disastro se tutti guarissero davvero dai loro mali, come giustamente professa anche Beppe Grillo nei suoi sermoni underground, divenuti in Italia ormai uno dei culti della rete(39) e quando in futuro l'industria per la cura delle malattie potrà lavorare a braccetto con l'industria per la generazione delle stesse, ne vedremo delle belle! Ma... siamo certi che non le stiamo già vedendo?
Coincidenza o non coincidenza, la SARS ha curiosamente centrato il bersaglio di uno dei più pressanti e controversi problemi che l'America si ritrova a fronteggiare oggi: l'emergere della Cina come nuova superpotenza. Da un lato lo sviluppo della Cina rappresenta a lungo termine la più grande minaccia in assoluto all'egemonia americana, dall'altro, a breve termine esso rappresenta un utilissimo (se non indispensabile) mercato sul quale piazzare i propri prodotti, a tal modo riuscendo (forse) a rinviare una drammatica recessione. La SARS ha provvidenzialmente inferto un colpo duro, ma non mortale, all'economia cinese, rallentandone un po' lo sviluppo senza però che l'importante mercato costituito dalla Cina andasse perduto. A pensar male si fa peccato, ma...

Per l'articolo completo:
http://www.pasti.org/rquaglia.html

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